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Dal 17 al 20 novembre scorso si è svolto l'Innovation Summit, in occasione del quale rappresentanti di istituti accademici e di ricerca, dell'industria e della Commissione europea hanno condiviso le loro impressioni su Horizon 2020.

Gli istituti di ricerca e universitari, le aziende e la Commissione europea hanno condiviso le loro prime impressioni su Horizon 2020 durante il recente Innovation Summit.
Horizon 2020, il più grande programma dell’UE per la ricerca e l’innovazione, è stato avviato all’inizio del 2014. Con un bilancio totale di 80 miliardi di euro per sette anni, Horizon 2020 prometteva una struttura semplice per ridurre i tempi e la burocrazia, affinché i partecipanti potessero concentrarsi sugli aspetti davvero importanti.

Ma tutto questo fin’ora è avvenuto?
A fine novembre rappresentanti di istituti universitari e di ricerca, dell’industria e della Commissione europea si sono riuniti durante l’Innovation Summit per condividere le loro considerazioni sul primo anno di Horizon 2020.
Il riscontro è stato in generale incoraggiante, anche se i relatori hanno attirato l’attenzione sulle aree in cui erano possibili ulteriori miglioramenti. Sono inoltre state avanzate preoccupazioni sulle possibili ripercussioni dei tagli di bilancio attualmente in fase di discussione tra il Parlamento europeo e il Consiglio.

Semplificare il processo.
Oltre all’aspetto finanziario, è stata rivolta grande attenzione sulla questione della semplificazione, un aspetto chiave di Horizon 2020. I relatori si sono dichiarati in generale soddisfatti dei miglioramenti raggiunti su questo fronte. Maria da Graça Carvalho, ex parlamentare europeo e relatrice della proposta per Horizon 2020, ha osservato: “è molto più semplice del 7° PQ e abbiamo cercato di rendere il programma più equilibrato in termini geografici, di parità di genere e per quanto riguarda l’approccio dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto.

Invito per una candidatura a due fasi.
Giungendo al lato operativo, Bernd Schulte, vicepresidente di Photonics 21, che ha costituito un partenariato pubblicoprivato (PPP) per la fotonica con la Commissione nel 2013, ha sollevato l’urgenza di un processo più rapido, indicando dei buoni esempi negli Stati membri. Ha illustrato l’esperienza di Photonics 21 nell’ambito del primo bando del nuovo programma, facendo notare che “Vi era un buon equilibrio tra industria e ricerca. Tuttavia, vi era un eccesso di 71 sottoscrizioni e quindi ci saranno candidati che rimarranno delusi. C’è da immaginare che , data la burocrazia, che non necessariamente faranno un nuovo tentativo.” E’ stato proposto l'introduzione di una procedura di candidatura in due fasi per ridurre i tempi, in particolare per chi non viene ammesso. “Prevedere due fasi per le proposte potrebbe ridurre la quantità di lavoro”.

Commenti favorevoli per il portale dei partecipanti e i PPP.
Il portale dei partecipanti di Horizon 2020 ha riscosso molti elogi. Rudolf Strohmeier, vicedirettore generale della DG Ricerca e innovazione, ha riferito di aver ricevuto un buon riscontro da parte degli utenti. Anche un giudizio positivo è stato fornito sui partenariati pubblico-privati (PPP) del programma.
Le potenzialità di un approccio di multi-finanziamento Per quanto riguarda il finanziamento, sono state sollevate alcune preoccupazioni tra i relatori e i partecipanti secondo i quali il multifinanziamento potrebbe trasformarsi in criterio di selezione. Maria da Graça Carvalho ha rassicurato i partecipanti che Horizon 2020 non verrà collegato ai fondi regionali, ma ha sottolineato che i due potrebbero essere complementari a vicenda: “Non dovrebbe essere un criterio, ma dovremmo poter garantire un meccanismo che permetta l’approccio multi-finanziamento. I fondi regionali possono funzionare a monte e a valle. Non vogliamo collegarli, ma un modo per renderli complementari sarebbe, ad esempio, attraverso un marchio di qualità. Disponiamo di un’alta percentuale di proposte eccellenti che non ricevono finanziamenti, le quali potrebbero più facilmente essere finanziate dalle regioni. Per riuscirci occorre risolvere alcuni aspetti, in quanto i risultati spesso non sono resi pubblici.”

Area
Unione Europea
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