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A ottobre 2017 è prevista la pubblicazione del programma di lavoro definitivo sullo ”European Innovation Council”, una delle maggiori novità della prossima programmazione Horizon 2020. Si tratta di un collettore unico di strumenti close to market, specificatamente dedicati ad aziende, start up e ricercatori, con l’obiettivo di trasferire al mercato i risultati della Ricerca: SME Instrument, Fast Track to Innovation (FTI), FET Open, Prizes.

Lo Sportello APRE FVG Trieste, ospitato presso l'AREA Science Park, ha chiesto ad Antonio Carbone, Punto di Contatto Nazionale APRE per SMEs, ICT e Access to Risk Finance, quali sono le caratteristiche e le principali novità del Programma di lavoro EIC.

Dal punto di vista strategico e politico quali sono gli elementi che hanno portato all’introduzione di questo nuovo Work Programme?
Si parla di European Innovation Council da ormai un paio di anni con l’intento di risolvere alcuni problemi di fondo del sistema economico europeo, in primis le nostre debolezze nel supportare e facilitare lo sviluppo di innovazioni radicali/dirompenti e la fase di scaling up di aziende innovative. Il principale fautore dell’iniziativa è il Commissario alla Ricerca della Commissione europea, Carlos Moedas, che ha dichiarato più volte quanto la competitività europea dipenderà sempre di più dalla capacità di generare nuovi tipi di mercato, ad esempio attraverso nuove combinazioni di prodotti fisici e digitali, di prodotti e servizi, di tecnologie e modelli di business; dal supporto che l’Unione saprà garantire a innovatori e aziende che abbiano potenzialità di “scalare” a livello globale; dalla necessità di intervenire laddove gli investitori privati non siano in grado di agire autonomamente; dal coordinamento di iniziative esistenti che devono essere rese maggiormente complementari tra loro.

Non sappiamo ancora cosa succederà in futuro nel prossimo Programma Quadro né quale forma assumerà l’EIC. Per esempio, non è detto che si tratterà di un Consiglio sulla falsariga dello European Research Council - ERC. Sappiamo, invece, che nel breve periodo l’obiettivo è quello di coordinare gli strumenti e le iniziative esistenti per massimizzarne il valore aggiunto a livello europeo. Da qui nasce il Work Programme 2018-2020 “European Innovation Council (EIC) pilot - Towards the next Framework Programme for Research and Innovation”, che costituisce appunto un test in vista del prossimo Programma Quadro. Questo WP prevederà un budget di oltre 2,5 miliardi di euro, raggruppando alcuni strumenti di finanziamento già esistenti (SME Instrument, Fast Track to Innovation, FET Open e Inducement Prizes) caratterizzati da alcuni elementi comuni, quali l’attenzione verso innovazioni breakthrough o market creating innovation che consentano ad aziende fortemente innovative di crescere rapidamente sui mercati internazionali, un approccio puramente bottom up che liberi i proponenti da restrizioni tematiche, l’organizzazione in open call con più scadenze utili nel corso dell’anno per la presentazione della proposta.


Per quanto riguarda lo SME Instrument, quali sono i nuovi elementi a cui prestare attenzione, riguardo ad esempio all’approccio delle call, che sarà di tipo bottom up per tutti i temi, il processo di valutazione sia per la fase 1 sia per la fase 2 dello strumento?
Proprio nella logica di assicurare la massima libertà “di movimento” agli innovatori, in questo caso imprenditori di aziende medie, piccole e micro, la Commissione ha deciso di abbandonare la struttura a 13 topic tematici e di adottare un approccio puramente bottom up. Questo da una parte comporterà una maggiore flessibilità per le aziende proponenti, dall’altra genererà una competizione non più su base tematica ma inter-settoriale. Vedremo con il tempo se alcuni settori saranno favoriti da questo approccio rispetto ad altri. Il processo di valutazione, invece, resterà immutato per i progetti di Fase 1, mentre ci sarà una grossa novità per i progetti di Fase 2. Fermo restando la valutazione da remoto, così come avvenuto nei primi 4 anni di Horizon 2020, sarà introdotto un secondo step di valutazione, nel quale le aziende che si sono posizionate più in alto in graduatoria dopo il primo step saranno chiamate a Bruxelles per sostenere un’intervista con la Commissione/EASME e i suoi esperti. Inoltre, anche in Fase 2, così come in Fase 1, la soglia minima di finanziamento sarà di 13/15.


È possibile dare qualche anticipazione su come si svolgeranno le interviste agli imprenditori per i progetti SME seconda fase che supereranno la prima valutazione? Che peso avranno per il finanziamento finale?
Al momento, sembra che le interviste saranno sostenute a Bruxelles al cospetto di cinque valutatori con background diversi (tecnico, industriale, finanziario, da investitore). La logica sarà quella del pitch, ragion per cui sarà fondamentale convincere i valutatori in merito alla c.d. business opportunity e alle potenzialità di crescita per l’azienda. L’intervista dovrebbe durare circa 25-30 minuti. Successivamente, sarà comunicato all’azienda se il progetto sarà finanziato o meno. Insomma, ottenere un ottimo punteggio nella valutazione da remoto diventerà “soltanto” il filtro per accedere al secondo step e giocarsi tutto durante questa chiacchierata con gli esperti. Si tratta di una novità importante ed è fondamentale che le nostre aziende si adeguino il prima possibile. Come National Contact Point, nelle prossime settimane proveremo a recuperare il maggior numero di informazioni sui dettagli operativi. Provvederemo poi a darne la massima divulgazione, iniziando dalla Giornata Nazionale su SME Instrument 2018-2020 che si terrà a Roma il prossimo 19 ottobre.

Il Programma di lavoro EIC segna il ritorno dello strumento Fast Track to Innovation nel 2018. Ci sono novità rispetto al passato?
Questa è una buona notizia perché il pilot del 2015-2016 ha suscitato molto interesse nel mondo industriale e in quello accademico-scientifico. Il Fast Track è forse lo strumento più adatto di Horizon 2020 per far dialogare questi due mondi e accelerare i processi di industrializzazione e commercializzazione. Ci sarebbe piaciuto che la dotazione finanziaria fosse incrementata rispetto al passato e, invece, il budget a disposizione nell’ultimo triennio sarà nuovamente di 100 milioni di euro all’anno. Più in generale, il Fast Track ripartirà nel 2018 con regole e struttura praticamente identiche a quelle precedenti. Il criterio dell’Impatto, così come su SME Instrument, rivestirà un peso più importante, con particolare riferimento alle innovazioni dall’alto potenziale di ricaduta sul mercato e ad aziende con strategie di commercializzazione credibili. Anche in questo caso, entro fine anno APRE organizzerà un Info day in cui si darà massima evidenza ai casi di successo italiani.

Per quanto riguarda lo Strumento FET Open, quali sono le principali caratteristiche per il 2018-2020?
FET Open sarà ancora focalizzato sulla necessità di sviluppare nuove tecnologie che producano nel tempo innovazioni radicali. L’attenzione è sulle cosiddette tecnologie del futuro, che devono “andare oltre l’attuale modo di pensare” e quindi, rispetto a SME Instrument e FTI, ci spostiamo verso l’estremo opposto di Horizon 2020, quello della ricerca di base e di TRL ancora bassi. Parliamo infatti di vere e proprie invenzioni, che implicano pertanto forti rischi ma che, in caso di riuscita, genereranno nuove aziende high growth, nuovi settori industriali o nuovi modi per fronteggiare le grandi sfide odierne. Anche in questo caso, si seguirà l’approccio bottom up e non ci sono grossi cambiamenti rispetto al recente passato. I progetti FET Open saranno finanziati tramite RIA - Research Innovation Action, trattandosi appunto di progetti di early stage detection. Il WP EIC conterrà inoltre due CSA volte a divulgare e valorizzare gli ottenimenti dei progetti FET Open.

Infine, il nuovo programma di lavoro prevede una sezione dedicata ai Prizes, riservati a innovazioni di rottura che offrono soluzioni a sfide riguardanti la società e l’ecosistema. Quali sono i premi previsti e quali i principi che ne guideranno l’assegnazione?
I premi “di induzione” EIC saranno finalizzati a promuovere innovazioni e soluzioni all’avanguardia. La Commissione europea si limiterà a definire obiettivi semplici e chiari ma non indicherà alcuna prescrizione in merito alle modalità di raggiungimento dell’obiettivo. Tutti gli “innovatori” sono quindi chiamati a dimostrare la fattibilità o il potenziale di specifiche tecnologie e facilitarne l’adozione da parte del mercato, attraverso progetti di circa 5 milioni di euro. I premi vengono assegnati a chiunque riuscirà a presentare l’idea più interessante. A proposito di semplificazione, l'importo del premio non sarà direttamente collegato ai costi delle attività sostenute dal vincitore e non saranno applicati i principi dei costi ammissibili, del cofinanziamento, della non retroattività e del no-profit. Tra le grandi sfide individuate dalla Commissione possiamo citare quelle che riguardano lo sviluppo di batterie per e-vehicles, fotosintesi artificiale, Early waning for epidemics, Blockchains for Social Good, Low-Cost Space Launch, Affordable High-Tech for Humanitarian Aid.