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Il 25 luglio scorso la Commissione europea ha pubblicato ufficialmente un aggiornamento dei Work Programme 2019 di Horizon 2020, prevedendo l’introduzione di nuovi bandi per la prossima annualità. Nel biennio 2018-2020 sono tante le opportunità ancora a disposizione di imprese e ricercatori all’apice dei loro settori di ricerca che lavorano alle ultime scoperte, a supporto di progetti di ricerca e di innovazione, per un investimento complessivo di 30 miliardi di Euro.


Brexit e relazioni internazionali dell’UE
Mentre l’Unione europea stipula accordi di partenariato strategico e di collaborazione anche in materia di ricerca e innovazione con Giappone e Brasile, il governo del Regno Unito sta portando avanti le discussioni con la Commissione europea sulla partecipazione dei ricercatori e delle imprese inglesi ai programmi europei di R&I anche post-Brexit. Una nota di orientamento pubblicata recentemente presenta nuove istruzioni e piani di emergenza per le organizzazioni di ricerca del Regno Unito. Dal 30 marzo del prossimo anno, infatti, quando il Regno Unito lascerà l’UE, esso si ritroverà nello status di paese terzo, non potendo così accedere a tutte le parti di Horizon 2020, tra cui l’ERC, alcuni bandi Marie Sklodowska-Curie e allo strumento per le PMI.

Partecipazione ad Horizon 2020
I dati relativi alla partecipazione di università, enti di ricerca ed imprese ad Horizon 2020 risultano estremamente interessanti, non solo per evidenziare l’andamento dei performers della ricerca e dell’innovazione ma anche per fornire ai principali stakeholders di riferimento input e suggerimenti su come migliorare i propri interventi e garantire un impatto maggiore sulla società.

Partendo dalle informazioni contenute nell’Open Data Portal (aggiornamento a luglio 2018), ASTER ha condotto delle analisi e realizzato dei tool interattivi facilmente consultabili e ricchi di dettagli sulla partecipazione, relativi a:

  • le Università italiane
  • gli organismi di ricerca pubblici della Regione Emilia-Romagna
  • lo SME Instrument


Partecipazione delle università italiane ad Horizon 2020
Sono 740,3 milioni di euro i contributi europei per progetti di ricerca e innovazione raccolti dalle università italiane dal 2014 a oggi, che corrisponde al 30%  dei circa 2,5 miliardi di euro di contributi totali erogati al nostro Paese nell’ambito di Horizon 2020.

Grazie alle informazioni contenute nel tool di ASTER dedicato, emerge che, tra le regioni italiane, la Lombardia è riuscita ad ottenere, con le sue 14 università, 200.2 milioni di Euro, pari al 27% del totale. Nel Lazio i 10 atenei partecipanti al Programma europeo hanno ottenuto complessivamente 84 milioni. Seguono  Veneto (78,9 mln euro), Toscana (74,9 mln euro) ed Emilia-Romagna (72,2 mln euro). La classifica regionale si ridisegna, però, se consideriamo il contributo medio (somma dei contributi in rapporto al numero di atenei) ottenuto dalle università di ciascuna regione. In Veneto sono stati 4 gli atenei che hanno avuto accesso ai fondi europei, per un contributo medio pro capite di 19,7 milioni di euro, poco più di quanto ricevuto dallo stesso numero di università in Emilia-Romagna (18,1 milioni) e Piemonte (17,6 milioni).

Considerando i singoli atenei il Politecnico di Milano, con 195 partecipazioni a progetti del programma Horizon 2020, ha raccolto 90,3 milioni di euro, il 12% di quanto erogato a tutte le università italiane. A seguire l’Università degli Studi di Bologna che con 138 partecipazioni ha ricevuto 50,4 milioni di euro (7% del totale), terza “La Sapienza” di Roma (44 milioni con 100 partecipazioni), e a seguire il Politecnico di Torino (43,4 milioni con 114 partecipazioni) e l’Università di Padova (42,2 milioni con 100 partecipazioni). La prima università del meridione è la Federico II di Napoli che con 47 progetti e 19,7 mln di euro di contributo si posiziona all’undicesimo posto di questa graduatoria. Complessivamente sono 77 le università italiane che hanno preso parte con almeno un progetto al programma Horizon 2020, per un totale di 1866 partecipazioni.

Partecipazione degli organismi di ricerca pubblici della regione Emilia-Romagna ad Horizon 2020
Un altro tool realizzato da ASTER permette di evidenziare la partecipazione degli organismi di ricerca pubblici della regione Emilia-Romagna ad Horizon 2020. Dal 2014 a marzo 2018, l’Università di Bologna, l’Università di Modena e Reggio-Emilia, gli Istituti regionali del CNR, l’Università di Parma, l’Università di Ferrara e le sedi regionali dell'Enea si sono aggiudicati oltre 80 milioni di euro con 227 partecipazioni a progetti nell’ambito di Horizon 2020, di cui 53 nel ruolo di coordinatori.

Il tool permette anche di verificare quali siano i partner dei nostri enti regionali coinvolti nei progetti, fornendo utili indicazioni sui paesi e gli enti con cui la nostra regione collabora maggiormente.

Partecipazione allo SME Instrument di HORIZON 2020
Anche lo Sme Instrument di Horizon 2020 è oggetto interessante di indagine: la partecipazione delle imprerse a questo strumento è sicuramente un valido indicatore della vivacità del tessuto imprenditoriale territoriale. Sulla base dei dati forniti dall’EASME (aggiornamento a luglio 2018), ASTER ha realizzato un tool che permette di individuare facilmente i progetti e i beneficiari per paese UE e, per quanto riguarda l’Italia, anche per regione. Scopriamo così che è ancora la Spagna il paese che vanta il maggior numero di partecipazioni, seguita da Italia e Gran Bretagna, mentre, per quanto riguarda le regioni italiane, troviamo ancora in testa per numero di partecipazioni e contributi percepiti le piccole e medie imprese di Lombardia, seguita da Emilia-Romagna, Lazio e Piemonte.

European Innovation Council: al via la EIC Community
La Commissione europea ha confermato l'intenzione di avviare un'iniziativa pilota potenziata del Consiglio europeo per l'innovazione (EIC) nel 2019, a seguito della richiesta del Consiglio europeo nel luglio di quest'anno.

Il progetto pilota rafforzato si baserà sulla struttura dall'EIC contenuta nella proposta di Horizon Europe, per accelerare l'innovazione dirompente e creatrice di mercato e sarà attuato utilizzando i bilanci 2019-2020 nell'ambito di Horizon 2020, il che comporterà una revisione del programma di lavoro dedicato.

L’obiettivo è riuscire a colmare il gap tra la ricerca di base e i prodotti, che è ancora il divario maggiore che l’Europa subisce.

A questo fine, oltre al sostegno finanziario, il Consiglio europeo dell'innovazione dedica alle piccole e medie imprese anche attività di coaching e di networking, per permettere loro di crescere rapidamente nel mercato globale con idee brillanti e innovative ad alto potenziale di guadagno e di rischio. E’ recente il lancio della nuova piattaforma EIC Community, che mira a diventare uno sportello unico per gli investitori e le aziende beneficiarie dell'azione pilota, in cui possono interagire tra loro in base al profilo, agli interessi e agli obiettivi di business. La piattaforma consentirà, infatti, di partecipare allo strumento di ScaleUp EU, un servizio automatico di match-making basato su profili aziendali e di investitori e fungerà, inoltre, da gateway per tutti i servizi di Business Acceleration, inclusa la registrazione per eventi, contatti e feedback. Sono, in effetti, tantissime le iniziative a cui i beneficiari EIC sono invitati a partecipare, dal Programma Overseas Trade Fairs agli eventi in cui le imprese possono presentarsi a importanti partner industriali e finanziari (si veda il focus SME Instrument dedicato per l’elenco completo).

Area
Unione Europea