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Tra l'elenco delle partnership suggerite da finanziare nel prossimo programma di ricerca dell'UE, Horizon Europe, c’è "Key Digital Technologies", il successore dell'attuale progetto UE nel settore, "Componenti e sistemi elettronici per la leadership europea" (ECSEL), un impegno da 5 miliardi di € per rilanciare l'industria europea dei semiconduttori.

La nuova partnership avrebbe più o meno lo stesso mandato di ECSEL, ma con maggiore enfasi sulla sicurezza informatica e sulle tecnologie, compresa l'intelligenza artificiale. I suggerimenti per nuove partnership pubblico-private sono preliminari: potrebbero cambiare nei prossimi mesi e richiederanno un accordo tra gli Stati membri dell'UE e il Parlamento europeo per l'approvazione.

L'idea di produttori europei di chip che si uniscono per l'aiuto alla ricerca e sviluppo contro concorrenti asiatici e americani è letteralmente vecchia quanto i programmi di finanziamento della ricerca dell'UE: preoccupati per il "divario tecnologico" con gli Stati Uniti, i funzionari dell'UE iniziarono a finanziare la ricerca sulle componenti elettroniche e nella metà degli anni '80 le imprese europee si unirono a sostegno dei governi nazionali per competere in materia di chip di memoria.
I risultati finora sono stati contrastanti: oggi i produttori europei hanno un modesto 14% del mercato globale dei componenti, ma hanno posizioni forti nelle singole nicchie di mercato.

Più recentemente, l'impatto della guerra commerciale Stati Uniti-Cina sul settore tecnologico ha nuovamente evidenziato l'importanza strategica dell’autosufficienza dell'Europa nella progettazione, nella produzione e nelle applicazioni dei microprocessori.

I tre gruppi industriali membri di ECSEL sostengono che l'iniziativa ha costruito un ecosistema di aziende, università e istituti di ricerca, che stanno lavorando insieme allo sviluppo di componenti elettronici e alla loro applicazione in sanità, energia, trasporti e produzione industriale.

Vogliono che l'UE estenda la portata e il budget di ECSEL sotto Horizon Europe, affermando che dovrebbe continuare a fornire finanziamenti pubblici alle grandi aziende che sostengono le catene del valore globali, da cui traggono vantaggio anche molte piccole imprese.