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Rendere sostenibile l’economia dell’UE e trasformare i problemi ambientali e climatici in opportunità in tutti gli ambiti, senza lasciare indietro nessuno. È questa l’idea guida del Green Deal europeo, la nuova strategia per la crescita della Commissione von del Leyen, che si propone di fare dell’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050.

La sua realizzazione comporta interventi in tutti i settori dell’economia, e in particolare nei trasporti, nell’energia, nell’agricoltura, nell’edilizia e in diversi settori industriali e impone di ripensare le politiche per l’approvvigionamento di energia pulita in tutti i settori economici. 

Nella comunicazione pubblicata lo scorso dicembre che ha lanciato ufficialmente il Green Deal europeo la Commissione definisce una tabella di marcia delle azioni da avviare in diversi settori fra il 2020 e il 2021 al fine di stimolare l’uso efficiente delle risorse, arrestare i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità e ridurre l’inquinamento.

Il primo intervento in programma è la legge per il clima, che stabilirà le condizioni per una transizione equa ed efficace. 

Passando agli interventi settoriali, in tema di energia pulita, economica e sicura, nel corso del 2020 saranno pubblicate due importanti strategie, una relativa all’energia eolica offshore e un’altra all’integrazione intelligente delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica e di altre soluzioni sostenibili e sarà varata un’iniziativa a sostegno delle ristrutturazioni tesa a ridurre i consumi energetici e affrontare il tema della povertà energetica.

Per conseguire gli obiettivi di un’economia climaticamente neutra è necessario il pieno coinvolgimento dell’industria e delle imprese. Nel 2020 saranno quindi varate una nuova strategia industriale, per affrontare la duplice sfida della trasformazione verde e digitale, e un nuovo piano d’azione per l’economia circolare

Fondamentale per la realizzazione del Green Deal europeo è poi il settore digitale, strumentale per la sostenibilità di diversi settori. La Commissione intende avviare misure riguardanti da un lato l’intelligenza artificiale, il 5G, il cloud e l’edge computing e l’internet delle cose, che possono accelerare/massimizzare l’impatto delle politiche per proteggere l’ambiente, e dall’altro l’efficienza energetica e le prestazioni del settore in termini di economia circolare (dalle reti a banda larga ai centri dati e ai dispositivi TIC).

A marzo inoltre la Commissione lancerà un patto europeo per il clima attraverso il quale coinvolgere i cittadini dando loro un ruolo nella formulazione e attuazione di nuove azioni.

Per realizzare gli obiettivi del Green Deal saranno necessarie enormi risorse finanziarie. Per conseguire gli obiettivi in materia di clima ed energia attualmente previsti per il 2030 si stima che occorreranno investimenti supplementari annui dell'ammontare di 260 miliardi di €, pari a circa l'1,5 % del PIL del 2018, per i quali sarà necessaria la mobilitazione dei settori pubblico e privato.

A metà del mese di gennaio è stato presentato dalla Commissione anche il Piano Investimenti per il Green Deal che illustra in che modo i diversi programmi del prossimo ciclo finanziario (2012-2027) contribuiranno ciascuno per la sua parte alla realizzazione del Green Deal e che fissa l’obiettivo di incrementare i finanziamenti e mobilitare almeno 1.000 miliardi di euro per la transizione verde e crea un quadro che consenta ai privati e al settore pubblico di effettuare investimenti sostenibili e di supportare le amministrazioni pubbliche e i promotori di progetti perché sappiano individuare progetti sostenibili e siano in grado di renderli eseguibili.