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L'Unione Europea è un'economia ad alta intensità di conoscenza e creatività, in cui i settori culturale e creativo rivestono un ruolo importante, dando impulso all'innovazione, alla crescita e alla creazione di posti di lavoro. Un maggiore sostegno alla creatività e al talento creativo è fondamentale per ridefinire l'approccio dell'UE nei confronti della crescita e dell'innovazione nel nuovo scenario dell'economia della condivisione digitale.

Proprio in quest’ottica, la Commissione europea ha cominciato a riflettere sulle potenzialità di questo “settore” industriale già dal 2006 con lo studio “The Economy of Culture in Europe”, a cui ha fatto seguito il Libro Verde “Unlocking the potential of cultural and creative industries” del 2010, all'interno dell'Agenda Digitale europea per la Cultura. Il settore è composto da due ambiti, ovvero quello delle Industrie culturali, industrie che producono e distribuiscono beni o servizi che possiedono in origine un carattere, un uso o uno scopo che abbia espressione culturale, quale che sia il loro valore commerciale; e le Industrie creative, industrie che utilizzano la cultura come input e hanno una dimensione culturale, anche se i loro output hanno un carattere principalmente funzionale. Distinzione che ha spesso anche una connotazione geografica, in quanto nel Nord Europa l'approccio a questo settore è “technology-driven”; mentre i Paesi dell'Europa centrale e meridionale, mostrano un chiaro orientamento alle attività legate al patrimonio culturale, “heritage-driven”.

Un recente studio della Commissione, Mapping the creative value chains, pone, tra l’altro, proprio l’accento sulla digitalizzazione del settore in tutta la sua catena del valore, che ne determina anche il suo carattere competitivo sul mercato.

Una delle ultime importanti novità promosse dalla Commissione, per colmare una strutturale carenza di informazioni relative al settore e valorizzarne però l’apporto, è la costituzione dell’"Osservatorio della cultura e della creatività urbana". Attraverso questo strumento, sviluppato dal JRC, si vogliono fornire dati comparabili sui risultati ottenuti delle città europee in nove ambiti (tra cui la cultura e la creatività) e porre in evidenza come tali risultati contribuiscano allo sviluppo sociale, alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro.

La Commissione, inoltre, sostiene concretamente da tempo la crescita e la diffusione della cultura in generale, ma, in particolare, delle industrie culturali e creative (ICC).

Nell’ambito della programmazione  europea 2014-2020, infatti, il programma espressamente dedicato a questo settore è CreativeEurope, di cui peraltro è stato recentemente lanciato un triplice bando dedicato ai progetti di cooperazione europea 2018 (con focus su progetti relativi al 2018 Anno Europeo del Patrimonio Culturale). E', tra l'altro, in corso un ciclo di eventi che coinvolge le maggiori città italiane e che ha come obiettivo quello di percorrere le tappe di Europa Creativa insieme ai progetti finanziati e scoprire come funzionerà il fondo di garanzia per le industrie culturali e creative. 

Altro interessante programma, in cui è valorizzato l’aspetto maggiormente “creativo” del settore, in particolare nella sua accezione digitale, è COSME, che dedica uno degli ultimi bandi del 2017 a fornire sostegno alle PMI e alle start-up nel settore della moda e del turismo integrando creatività, arte e capacità di progettazione delle ICC con la tecnologia, la scienza e altre competenze innovative.

Proprio per il carattere multi sfaccettato del settore, alcuni finanziamenti sono espressamente dedicati agli aspetti “heritage-driven” della cultura, come ad esempio il nuovo bando HERA Joint Research Programme "Spazi pubblici: la cultura e l'integrazione in Europa" o il recentissimo bando promosso dalla JPI Cultural Heritage, "Cultural Heritage and Global Change".

Anche a livello regionale, è presente uno spiccato interesse verso questo settore. Ne è un esempio non solo il suo inserimento nella Strategia di Specializzazione Intelligente dell’Emilia-Romagna, ma la presenza di alcuni finanziamenti dedicati a livello locale e regionale, come ad esempio il Bando Incredibol!, promosso dal Comune di Bologna e dalla Regione Emilia-Romagna, di cui è stata da poco lanciata la sesta edizione.