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A metà percorso di Horizon 2020, la Commissione europea e tutti i principali stakeholder europei si trovano ad analizzare i risultati dell’attuale programmazione e a definire il prossimo Programma Quadro di Ricerca e Innovazione.

La ricerca, la scienza e l'innovazione sono di fondamentale importanza per la performance dell'Europa nel mondo. Indipendentemente da ciò che i prossimi decenni hanno in serbo per l'Europa, avremo bisogno di università forti, organizzazioni di ricerca, laboratori e imprese a base tecnologica, che richiederanno molti più investimenti in ricerca e innovazione, nonché migliori condizioni generali in settori quali la regolamentazione del mercato, le competenze e l'offerta di capitale. Allo stesso tempo, la comunità di ricerca deve assicurare che la scienza sia responsabile e rifletta i valori più ampi della società. Questi sono i messaggi chiave contenuti nella relazione “New Horizons: Future Scenarios for Research and Innovation Policies in Europe”, consegnata alla Commissione europea all’inizio di giugno 2017. Il report è il risultato dello studio "Beyond the Horizon: foresight in support of future EU Research and Innovation Policy (BOHEMIA)", supportato da Horizon 2020 e che descrive vari scenari in cui ci potremmo trovare nei prossimi anni e suggerisce modi in cui la ricerca potrebbe creare condizioni migliori per l’Europa.

Il 13 giugno scorso è stata presentata al Parlamento europeo la “Relazione sulla valutazione dell'implementazione di Horizon 2020 in vista della sua valutazione intermedia e della proposta relativa al 9° Programma quadro”, realizzata dall’europarlamentare Soledad Cabezón Ruiz. Relativamente al 9PQ, il Parlamento sostiene che sia necessario garantire come punto di partenza un bilancio di 100 miliardi di euro.

Per garantire la trasmissione del contributo del Parlamento europeo per la valutazione intermedia di Horizon 2020 e delle raccomandazioni per il prossimo programma quadro di ricerca, l'approvazione della relazione da parte del Parlamento europeo è stata allineata al calendario della Commissione europea, che adotterà la sua comunicazione a ottobre 2017 e la sua proposta per il 9PQ nella primavera/estate del 2018.

Il prossimo 3 luglio, intanto, si terrà a Bruxelles la conferenza “R&I - Shaping our future”, organizzata dal Commissario per la Ricerca, Scienza e Innovazione Carlos Moedas e in cui i principali stakeholders europei si ritroveranno per discutere il ruolo della ricerca nel futuro dell'Unione europea. Durante l'evento saranno presentate le prime osservazioni del Gruppo di lavoro guidato da Pascal Lamy, creato alla fine del 2016 con l’obiettivo di delineare il futuro della ricerca e dell'innovazione dell'Unione europea.

Cosa accadrà nel 9° Programma Quadro?

Sulla pianificazione del prossimo Programma Quadro di ricerca europeo pesano indubbiamente le conseguenze dell'uscita dall'Unione europea del Regno Unito, uno dei maggiori sostenitori della ricerca e innovazione in Europa, con un contributo medio annuo pari a 7.6 miliardi. 

Mentre si attende per la fine dell’anno o l’inizio del 2018 il lancio di una consultazione europea rivolta agli stakeholder su FP9, anche a a livello nazionale ci si interroga su questi temi e si è chiusa il 9 giugno scorso la consultazione pubblica del MIUR sul prossimo Programma Quadro FP9.

Secondo quanto afferma il Direttore generale della DG per la Ricerca e l'Innovazione (RTD) della Commissione UE Robert-Jan Smits, lo European Research Council avrà a disposizione un budget superiore al passato poiché è decisamente valutata come uno dei maggiori successi dell'attuale programmazione dei finanziamenti, con quasi 7.000 progetti eccellenti finanziati. Dunque sembra che l'attuale 1° pilastro di Horizon 2020 non dovebbe subire drammatici cambiamenti nel prossimo programma, che molti vorrebbero si chiamasse semplicemente 9° Programma Quadro, per enfatizzare la continuità con i precedenti Programmi Quadro.

Al di là della struttura che verrà data al nuovo programma quadro, è indubbio che innovazione e difesa siano i due temi al centro dell’attuale dibattito sul futuro della ricerca europea. Se è vero che, secondo quanto rivela l'Innovation Union Scoreboard 2017, recentemente pubblicato, l'innovazione in Europa migliora, è condiviso che i progressi osservati presentino alcune difformità a livello geografico e debbano essere ulteriormente sostenuti.

Anche il report "The Economic Rationale for Public R&I Funding and Its Impact", pubblicato a marzo di questo anno dalla Commissione europea, analizza l'impatto economico della spesa in ricerca e innovazione in Europa. Il report conclude che l'impatto dei finanziamenti pubblici in R&I è significativo e che questi fungono spesso da catalizzatore per aumentare i livelli di crescita della produttività necessari per accelerare la crescita economica. E’ perciò necessario intervenire ulteriormente investendo anche maggiormente nelle startup e nelle imprese innovative con il potenziale per crescere sui mercati internazionali.

European Innovation Council

Va in questa direzione l'idea di Moedas di creare un nuovo European Innovation Council, che adotti un approccio ai finanziamenti sul modello dei venture capital. I membri dell'High Level Group dello European Innovation Council, selezionati tramite una Call for Expression of interest pubblicata ad ottobre dalla Commissione europea, hanno già avuto due incontri ed hanno pubblicato uno Statement of intent in cui dichiarano il loro impegno nel fornire alla Commissione europea consigli utili per stimolare maggiormente l'innovazione in Europa.

Già a partire dall'autunno 2017, Horizon 2020 finanzierà progetti innovativi provenienti da innovatori, ricercatori, imprese e PMI attive in qualsiasi settore o tecnologia con l'obiettivo di sostenere nuove innovazioni che possano potenzialmente creare nuovi mercati. I progetti presentati saranno prima valutati da esperti valutatori e i migliori candidati saranno successivamente intervistati da un ulteriore panel di esperti. Per questo motivo la Commissione europea ha recentemente aperto una call per selezionare valutatori esperti in innovazione da includere nel database dei valutatori di Horizon 2020.

Dibattito sul futuro della difesa europea

Fin dall'insediamento la Commissione Juncker ha annoverato fra le priorità un'Europa più forte in materia di sicurezza e di difesa, annunciando la creazione di un fondo europeo per la difesa. Tale Fondo è stato varato il 7 giugno 2017, al fine di integrare e amplificare gli investimenti nazionali per la ricerca nel settore della difesa, nello sviluppo di prototipi e nell'acquisizione di tecnologie e materiali di difesa.

Il Fondo europeo per la difesa comprende due sezioni:

  • Ricerca: a partire dal 2017 l'UE concederà, per la prima volta, sovvenzioni destinate alla ricerca collaborativa in tecnologie e prodotti per la difesa innovativi, interamente e direttamente finanziate dal bilancio dell'UE. I finanziamenti saranno i seguenti:
    • 90 milioni di EUR stanziati fino alla fine del 2019, con 25 milioni di EUR stanziati per il 2017 nell’ambito dell’Azione Preparatoria per la Ricerca nel settore della Difesa. L’invito a presentare proposte per progetti nel settore dei sistemi senza pilota in ambiente navale e dei sistemi per i soldati è stato pubblicato il 7 giugno e la firma delle prime convenzioni di sovvenzione è prevista per la fine dell'anno.
    • 500 milioni di EUR l'anno dopo il 2020.
  • Sviluppo e acquisizione: il Fondo introdurrà incentivi affinché gli Stati membri cooperino nello sviluppo congiunto e nell'acquisizione di tecnologie e materiali di difesa attraverso il cofinanziamento, che sarà pari a:
    • una dotazione complessiva pari a 500 milioni di EUR per il 2019 e il 2020 nel quadro di un programma specifico di sviluppo del settore industriale della difesa
    • 1 miliardo di EUR l'anno dopo il 2020.

Nel frattempo, il dibattito sull'inserimento del nuovo programma di difesa europeo all'interno dei finanziamenti per ricerca e sviluppo del prossimo Programma Quadro è ancora in corso. Il Parlamento europeo si è già recentemente espresso relativamente all’opportunità di tenere separata la ricerca militare da quella civile nel prossimo Programma Quadro, concordando di fatto con molte università e gruppi di ricerca che percepiscono tale eventualità come un rischio di riduzione di investimenti nella ricerca di base.

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Unione Europea
Quadro di finanziamento